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Lombardia: il pubblico-privato salva l’oro blu

La regione lombarda ha da poco approvato una legge sul tema della gestione delle risorse idriche.

di Benedetta Verrini

Mentre l?Italia ancora si dibatte sul tema della gestione delle risorse idriche, cercando una via tra liberalizzazione spinta e gestione interamente pubblica, la Regione Lombardia ha da poco approvato una legge rivoluzionaria. “Si tratta della prima in Europa a mettere insieme tutte le public utilities (acqua, ma anche rifiuti, sottosuolo, energia), creando un testo unico che ha come riferimento la centralità degli utenti”, spiega l?assessore ai Servizi di pubblica utilità, Maurizio Bernardo. La ?via lombarda? alla gestione dell?acqua sceglie la soluzione intermedia tra chi vorrebbe una privatizzazione completa nella gestione delle reti idriche e nel servizio di erogazione dell?acqua e chi, come le organizzazioni che fanno parte del Comitato italiano per un contratto mondiale dell?acqua, raccomanda di salvaguardare il modello pubblico. “Fin da quando ci siamo posti la questione, la prima volta, abbiamo capito che la risposta stava nel mezzo”, spiega il direttore generale dell?assessorato lombardo, Paolo Alli. “In Regione avevamo un sistema, impostato dalla legge Galli del 1994, in cui gestione delle reti e servizio di erogazione dovevano viaggiare insieme. Con la nuova legge abbiamo spezzato questo binomio: la gestione del patrimonio delle reti dovrà restare pubblica, perché si tratta di un bene d?interesse dell?intera comunità; l?erogazione del servizio può invece essere affidata ai privati”. La nuova legge regionale (n. 26 del 12 dicembre 2003, pubblicata sul Bur n. 51 del 16 dicembre) stabilisce all?articolo 2 che “le reti, gli impianti e le altre dotazioni patrimoniali destinati all?esercizio dei servizi costituiscono dotazione di interesse pubblico” e “gli enti locali non possono cederne la proprietà”, mentre l?erogazione dei servizi “è affidata a società di capitali scelte mediante procedura a evidenza pubblica”. Parametri di gestione che rappresentano “il frutto del lavoro di due anni”, spiega l?assessore Bernardo, “che ha raccolto gli spunti da diversi tavoli di lavoro del mondo produttivo e dell?associazionismo e che alla fine ha avuto un esito altamente condiviso”. Nel corso del 2003, anno internazionale dell?acqua, la Lombardia ha fatto un?intensa opera di sensibilizzazione al risparmio di questo prezioso bene, destinando fondi per una campagna didattica in 7.500 classi, oltre a un?imponente ricerca, intitolata Il vissuto dell?acqua in Lombardia, che ha rivelato le abitudini, i giudizi sulla qualità, la percezione dell?acqua come risorsa tra i cittadini lombardi. “Abbiamo un consumo pro capite giornaliero di 300 litri d?acqua, con punte fino a 500 litri”, prosegue Bernardo. “A Berlino e Parigi il consumo è sotto i 200 litri: ciò significa che la richiesta nelle nostre aree urbane è sovradimensionata rispetto al fabbisogno”. Una sfida all?uso razionale che passa anche da un modello gestionale in cui il proprietario pubblico (che può essere o no anche gestore di rete), si occupa degli investimenti infrastrutturali per realizzare o potenziare la rete e fare opere di ristrutturazione; l?erogatore privato deve invece fornire il servizio alle migliori condizioni per il cittadino. “Una scelta vantaggiosa per tutti”, spiega ancora Alli, “perché l?impegno degli investimenti non è affatto sostenibile per i privati, mai abbastanza remunerati dalle tariffe delle bollette. La proprietà e la gestione, invece, sono meglio salvaguardate se restano nella sfera del pubblico e vengono percepiti come bene d?interesse comune”. Sul piano dell?organizzazione del servizio, invece, “è stata prevista un?assoluta libertà di scelta del modello gestionale”, prosegue Alli, “per farlo meglio rispondere alle esigenze territoriali e per rimuovere talune rigidità imposte dalle vigenti normative nazionali”. E per concretizzare l?efficienza di queste scelte, nei prossimi mesi la giunta lombarda dovrà emanare i regolamenti per il sistema di garanzia degli utenti: si tratta della Carta dei servizi (dove gli erogatori s?impegnano a garantire qualità, continuità e sicurezza del servizio), del Garante dei servizi (preposto al monitoraggio della qualità dei servizi forniti) e dell?Osservatorio risorse e servizi (che con i suoi dati, attuerà i meccanismi di consumer satisfaction). I servizi idrici in Lombardia Acquedotti pubblici 1.164 Lunghezza totale delle tubazioni circa 55 km Acqua potabile distribuita 1.300 mln m3/anno Valore medio regionale delle perdite 20% Disponibilità idrica giornaliera 250 litri Punte di disponibilità idrica giorn. 500 litri Impianti di depurazione 1.275 Comuni serviti da fognatura 99% Pop. residente servita da fognatura 8.250.000 ab. Lunghezza reti di fognatura 35.000 km dati tratti dal Libro Blu della Regione Lombardia


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